“Con alcuni colleghi della Commissione Affari Sociali avevamo già incontrato le OO.SS. lo scorso 17 ottobre – ha spiegato Lorefice -, a ciò erano seguiti da parte nostra gli opportuni approfondimenti con i competenti uffici del ministero della Pubblica Amministrazione, grazie alla disponibilità del sottosegretario Fantinati. Nel tavolo odierno ci siamo confrontati con i sindacati sulla strada che il Governo sta percorrendo in merito alle richieste da loro avanzate”.
“In particolare – ha riferito – nel Disegno di legge Concretezza, già depositato in Senato, si dispone che il limite previsto dall’articolo 23, comma 2, del dlgs 75 del 2017 non opera con riferimento agli incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro successivi alla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo”.
“E’ il secondo incontro – ha spiegato Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici – abbiamo apprezzato la disponibilità ad ascoltarci. C’è l’impegno da parte della presidente Lorefice e dei tecnici del ministero della Funzione pubblica, presenti all’incontro, a risolvere il problema del tetto del salario accessorio imposto dalla legge Madia e bloccato al 2016″. “Ci è stato detto che nel ‘decreto concretezza’ ci sarà una norma per sbloccare questo tetto – ha precisato Filippi – Non abbiamo molto chiaro se questo ci consentirà di reintrodurre la Ria (retribuzione individuale di anzianità). Noi ci aspetteremmo di sì, ma prevediamo una dialettica con le Regioni che hanno usato questa voce per altri scopi e non per qualificare i professionisti. Confermiamo lo sciopero – sottolinea – perché in ballo ci sono altre questioni: assunzioni straordinarie, il finanziamento del fondo sanitario e il tetto alle spese per il personale e lo sblocco delle assunzioni”.
“Qualcosa si sta muovendo – rileva Carlo Palermo, segretario Anaao Assomed – l’apertura sulle questioni economiche del contratto è fondamentale per fermare la fuga dei colleghi verso la pensione e il privato. Chiudere il contratto significa tornare a rendere il Ssn attrattivo per i professionisti”.
“Lo sciopero non può essere fermato, a meno di accordi sottoscritti con il Governo. Però oggi – ha proseguito Palermo – c’è stata una prima apertura nel senso di valutare le nostre richieste di superare il blocco del salario accessorio, previsto dalla legge Madia che lo fissa al 2016, per quanto riguarda la Ria (Retribuzione individuale di anzianità). In realtà la Ria non comprende spese specifiche dello Stato, è una sorta di risparmio che incamerano le aziende sanitarie. Risparmio che viene sfruttato per altre questioni non sempre indirizzate alla cura dei cittadini. Noi chiediamo che queste risorse, la Ria appunto, possano superare il limite previsto dalla legge Madia ed essere utilizzate per ridurre i disagi dei medici. Questo significa la reperibilità, lo straordinario, le notti e le guardie festive. Tutta una serie di istituti che si traducono in vantaggi diretti per i cittadini e possono aiutare a favorire la carriera dei medici, perché oggi come oggi abbiamo 100 mila dirigenti medici bloccati in nella fascia di ‘professional’ che necessità di essere articolata in più posizioni modo tale dare ai medici una prospettiva di crescita diversa”.
Più scettivo Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac, presente all’incontro con la presidente Lorefice, “oggi è l’ennesima fumata se non nera grigia, nel senso che abbiamo assistito a una serie di prese di posizioni e di impegni sul Ssn, ma di fatto non si è sbloccato nulla sulla vertenza. Lo sciopero resta confermato – ha sottolineato Vergallo – anzi non escludiamo anche altre giornate. Di fatto assistiamo a continue promesse. E’ pur vero che questo Governo eredita situazioni incancrenite da decenni, ma ora c’è una emergenza e qualcuno la dovrà affrontare”.
“Quello che è stato promesso rimangono opinioni personali e non un impegno dell’agenda di Governo – ha rimarcato Giuseppe Ettore, presidente della Federazione sindacale dei medici dirigenti (Fesmed) – Quando poi ci si confronta con le Regioni e con il Mef ci si trova davanti un imbuto e non si capisce chi deve risolvere la matassa. Noi chiediamo che la salute dei cittadini e della sanità pubblica ritornino al centro dell’agenda pubblica”.
“Per ora non vedo segnali di novità – ha affermato il presidente Cimo, Guido Quici – c’è un certo tipo di movimento finalizzato a recuperare la Ria e l’esclusività di rapporto, tutte le forze politiche si dichiarano favorevoli ma su gli atti sono convinto che non succederà quasi nulla”.
“Abbiamo chiesto – ha affermato Alessandra Di Tullio, Coordinatore nazionale FASSID – misure concrete per interrompere la deriva negativa che il SSN ha intrapreso da troppo tempo. E abbiamo registrato la risposta cautamente positiva da parte dell’On. Lorefice e della Funzione Pubblica sullo sblocco della RIA, che potrebbe avvenire in tempi rapidi (entro la fine dell’anno) tramite una norma inserita nel disegno di legge “Concretezza” della Bongiorno, collegato alla legge di Bilancio (o Decreto Legge autonomo)”.